Dopo una notte e una giornata incerte, in seguito alle elezioni generali nel complesso sistema elettorale in Bosnia-Erzegovina, finalmente i risultati sono quasi definitivi (92% dei voti scrutinati). I tre candidati della presidenza tripartita, rappresentanti i tre popoli costituitivi del Paese balcanico, sono stati scelti in una gara molto contesa. Il candidato bosgnacco è il socialdemocratico Denis Becirovic con il 57,20%, che ha sconfitto l’altro musulmano Bakir Izetbegovic, figura storica del partito nazionalista dell’Azione democratica sempre al potere, che ha ricevuto il 25,9% dei consensi. Anche nell’elezione del candidato croato è prevalsa la componente moderata con Zeljko Komsic del Fronte democratico con il 54,21% che avrà un quarto mandato in presidenza, che però i nazionalisti cristiano democratici croati non riconoscono come rappresentante del loro popolo mentre la loro candidata Borjana Kristo del Hdz, partito fratello di quello al potere in Zagabria, ha avuto il 10%. E mentre questi due membri della presidenza nazionale tripartita sono moderati, quello della Repubblica Srpska, l’entità a maggioranza serba, è fortemente nazionalista: si tratta di Zeljka Cvijanovic, fedelissima di Milorad Dodik. Milorad Dodik, separatista e grande sostenitore di Vladimir Putin, conquista anche la Presidenza della Repubblica Srpslka con il 48,36%, con poco margine nei confronti della sua avversaria del Partito del progresso democratico, Jelena Trivic con il 43,27%. I due si sono confrontati aspramente dichiarandosi entrambi vincitori lanciando forti accuse reciproche.
Dopo le elezioni, è venuta anche la decisione controversa dell’Alto rappresentante internazionale che ha imposto modifiche nella costituzione per le procedure parlamentari per prevenire una spaccatura dopo il voto. Infatti, i serbi e i croati hanno entrambi minacciato azioni per cambiare l’ordine post-bellico. Secondo gli osservatori internazionali le elezioni sono state organizzate ordinatamente, ma avvertono che le divisioni etniche e la retorica aggressiva e divisiva ancora prevale. “Sarà vitale riempire le lacune tra i gruppi etnici”, ha detto alla Reuters Stefan Schennach, capo della missione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Le elezioni in Bosnia-Erzegovina hanno rinnovato tutti gli organi istituzionali del Paese.