(Strasburgo) “360 morti, vite, famiglie, sogni spezzati nel Mediterraneo”. Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in apertura di sessione plenaria a Strasburgo ha voluto ricordare il naufragio di 9 anni fa al largo di Lampedusa, definendo il Mediterraneo “un cimitero crudele”.
Si è trattato di “un fallimento per noi e per tutta l’umanità”. “Nove anni fa abbiamo promesso un cambiamento – ha aggiunto Metsola – e ora dobbiamo fare un passo avanti sul tema delle migrazioni” con “una soluzione europea”. La presidente ha poi dato la parola all’eurodeputato Pietro Bartolo, a suo tempo medico a Lampedusa. “Nove anni sono passati da quella terribile notte. Da allora, i pianti, le voci, lo strazio e il silenzio dei sopravvissuti mi perseguitano. Perché io ero lì, a Lampedusa, a soccorrere i vivi e contare i morti”. Bartolo ha aggiunto: “Oggi rendiamo omaggio non solo alle 368 persone che hanno perso la vita di fronte alla mia isola quella notte. Inghiottite dal mare nel loro disperato tentativo di cercare una nuova vita in Europa. Ma anche alle altre 22mila che da allora hanno avuto la stessa terribile fine. Questo è un anniversario che ci riguarda tutti. Possiamo fermare questo massacro solo in un modo: con un cambiamento radicale della politica di immigrazione e accoglienza. Facciamolo insieme in nome dell’uomo. Che il 3 ottobre diventi la giornata europea delle vittime del mare”.
Nel discorso di apertura Metsola ha ricordato la lotta delle donne in Iran “per la libertà e per la vita”, denunciando le violenze in atto nel Paese e lanciando un messaggio di sostegno: “Non siete sole!”. “L’omicidio brutale della 22enne Mahsa Amin rappresenta un punto di svolta. Sono le figlie dell’Iran che stanno guidando la spinta al cambiamento”. “Questo Parlamento è al fianco di chiunque chieda il cambiamento”.
La presidente ha quindi ricordato l’espulsione dell’ambasciatore Ue dal Nicaragua. “Il regime di Ortega non può continuare a isolare il Paese dalla comunità internazionale”.