“Questo è molto importante: imparare attraverso l’esperienza che nella Chiesa siamo tutti fratelli per il Battesimo; che tutti siamo protagonisti e responsabili; che abbiamo doni diversi e tutti per il bene della comunità; che la vita è vocazione, seguire Gesù; che la fede è un dono da donare, da testimoniare”. Lo ha detto stamani Papa Francesco ricevendo in udienza, nell’Aula Paolo VI, i giovani dell’Azione Cattolica italiana. “E poi, ancora – ha evidenziato -: che il cristiano si interessa alla realtà sociale e dà il proprio contributo; che il nostro motto non è ‘me ne frego’, ma ‘mi interessa!’; che la miseria umana non è un destino che tocca ad alcuni sfortunati, ma quasi sempre il frutto di ingiustizie da estirpare”. Parlando a braccio, ha aggiunto: “È più pericolosa del cancro la malattia del menefreghismo nei giovani”.
Il Pontefice ha dunque osservato che “queste realtà di vita si imparano spesso in parrocchia e nell’Azione Cattolica”. E proprio sulla parrocchia si è soffermato osservandone l’importanza e come sia cambiata nel tempo. “Quanti giovani si sono formati a questa scuola! Quanti hanno dato la loro testimonianza sia nella Chiesa sia nella società, nelle diverse vocazioni e soprattutto come fedeli laici, che hanno portato avanti da adulti e da anziani lo stile di vita maturato da giovani”.
Così il Papa, rivolgendosi ai giovani, ha notato come “siamo di generazioni diverse, ma abbiamo in comune l’amore per la Chiesa e la passione per la parrocchia, che è la Chiesa in mezzo alle case, in mezzo al popolo”.