“Ci sono tante ‘frette’ che muovono questi giovani, tante urgenze e tante questioni che li interpellano e li coinvolgono in una ricerca che si fa tanto più appassionata quando è condivisa insieme ai loro coetanei ma anche ai più piccoli e ai più grandi nell’esperienza del dialogo intergenerazionale che quotidianamente si vive in Ac”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, Giuseppe Notarstefano, nel suo saluto a Papa Francesco, stamani, in occasione dell’udienza in Vaticano concessa dal Pontefice ad Ac. “I giovani di Ac si sono dati appuntamento in questi giorni per leggere i Segni di questo tempo, per riconoscerlo come un tempo benedetto e donato dal Signore e per accogliere in pienezza la Buona Notizia che anche oggi Gesù ha per la vita di ciascuno di noi”.
Notarstefano ha quindi indicato “gli ambienti della vita di tutti i giorni dove i giovani imparano a leggere i Segni dei tempi ma anche diventare loro stessi segno di un tempo nuovo, di un nuovo inizio”: la cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, la cultura popolare e lo sport insieme alla scuola, l’università e il lavoro. “L’Azione Cattolica italiana è stata storicamente ed è ancora oggi una intuizione e una passione dei giovani, una esperienza dove impastare giorno per giorno la fede con la vita, un luogo dove poter vivere in pienezza l’amicizia con il Signore che non di rado diventa un luminoso esempio per tutti”. Quindi, il riferimento ad Alberto Marvelli, Pina Suriano, Gino Pistoni, Armida Barelli e Piergiorgio Frassati e una “folta schiera di santi e beati che ancora oggi sorreggono e sostengono il cammino dei giovani di Ac”. “Giovani che hanno saputo fare della propria vita un dono, un Segno per i loro tempi e per tutti i tempi. Giovani che hanno avuto una grande passione per la Chiesa e i suoi pastori, che hanno avuto sempre un legame forte con i loro predecessori”.