Paolo Favari è il nuovo direttore del presidio B.V Consolata Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese (Torino), un presidio ospedaliero da 225 posti letto. Viene dal Gemelli Medical Center (cure palliative) e dal Piccolo Cottolengo di don Orione a Seregno (Milano). Parla di un “ottimo rapporto con il territorio come dimostra il buon lavoro fatto con la Rems” e ricorda che “la maggior parte” della sua “formazione professionale si è svolta all’interno di opere religiose. Coniugare la gestione con il carisma e quindi lavorare oltre che per obiettivi industriali anche per soddisfare i bisogni di chi è in difficoltà aggiunge valore alla mia voglia di lavorare oltre a farmi sentire a casa” . Ha in mente alcuni progetti, che vuole prima di tutto condividere con i collaboratori della struttura. Per realizzare una sanità a misura d’uomo, dice, “non ci dobbiamo inventare nulla. San Giovanni di Dio, nel 1550, era già alla testa dei tempi e lo è tutt’ora. Ci invita a ‘fare bene il bene che possiamo fare’ e soprattutto ci chiede di farlo sempre, ci sprona a non perderci. Ecco solo seguire questo insegnamento fa di noi degli operatori sanitari di altissima qualità”. “Spesso, presi da una burocrazia che ci fa anche da alibi, ci dimentichiamo della nostra identità e rischiamo di abbassare un po’ troppo l’asticella, appiattendoci a svolgere un’assistenza ordinaria: noi non siamo ordinari, siamo di più”, conclude Favari.