“La sinodalità non è un espediente organizzativo per la ripartizione di ruoli e poteri. Vocazioni, carismi e ministeri – incluso il ministero ordinato – vanno compresi a partire dalla logica della missione, non delle dinamiche organizzative interne alla comunità ecclesiale. È una sinodalità missionaria”. Lo ha spiegato don Giacomo Costa, consultore della Segreteria Generale del Sinodo, durante la conferenza stampa di presentazione, in sala stampa vaticana, del documento di lavoro per la Tappa Continentale del Sinodo sulla Sinodalità. “In questa luce si pone anche la questione dei ministeri laicali e soprattutto del posto delle donne all’interno della Chiesa, anche rispetto alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alle strutture di governo”, ha precisato il gesuita, secondo il quale “per costruire possibilità concrete di vivere comunione, partecipazione e missione la Chiesa ha bisogno di strutture, in particolare di governo prevedendo anche le opportune innovazioni del diritto canonico”. Tuttavia, come si legge nel documento, “le strutture da sole non bastano: c’è bisogno di un lavoro di formazione continua che sostenga una cultura sinodale diffusa e di una spiritualità”. “Senza la preghiera non si va da nessuna parte!”, ha commentato Costa, sottolineando che nel documento emerge come “fondamentale l’attuazione di uno stile sinodale di celebrazione liturgica, nella valorizzazione di tutti i ministeri e nel riconoscimento di tutti i carismi. Il Sinodo continua, con le tappe previste, ma al di là di queste continua soprattutto la ricerca dei modi per essere una Chiesa sempre più sinodale”.