“La responsabilità per la vita sinodale della Chiesa non può essere delegata, ma deve essere condivisa da tutti in risposta ai doni che lo Spirito concede ai fedeli”. Nel documento di lavoro per la Tappa Continentale del Sinodo sulla Sinodalità, dal titolo “Allarga lo spazio della tua tenda (Is 54,2)”, presentato oggi in sala stampa vaticana, emerge la richiesta di una maggiore “corresponsabilità” tra tutte le componenti del popolo di Dio, a cominciare dal rapporto tra sacerdoti e laici. “La leadership delle attuali strutture pastorali, così come la mentalità di molti sacerdoti, non favoriscono questa corresponsabilità”, si denuncia nel testo: “Allo stesso modo, i religiosi e le religiose, così come i movimenti apostolici laicali, spesso rimangono sottilmente o apertamente ai margini delle dinamiche diocesane”. Di qui il tema della corresponsabilità ministeriale come “centrale per la vita della Chiesa” e l’esigenza di “comporre l’unità della missione con la pluralità dei ministeri”. “I catechisti sono istituiti e hanno uno status speciale nella Chiesa”, si legge ad esempio nella sintesi della Repubblica democratica del Congo a proposito della ministerialità laicale: “alcuni di loro sono ‘istituiti’ come Capi delle Comunità, soprattutto nelle zone rurali dove la presenza dei sacerdoti è rara”. “Nella Chiesa cattolica, i doni carismatici accordati liberamente dallo Spirito Santo, che aiutano la Chiesa a ‘ringiovanire’, sono inseparabili dai doni gerarchici, legati al Sacramento dell’Ordine nei suoi diversi gradi”, si ribadisce nel testo: “Una grande sfida della sinodalità emersa durante il primo anno è quella di armonizzare questi doni sotto la guida dei pastori, senza contrapporli, e quindi senza opporre dimensione carismatica e dimensione istituzionale”.