Giornalista uccisa: Anton Abu Akleh (fratello), “Shireen è la voce della pace. È un angelo per ogni palestinese”

Shireen Abu Akleh (Foto: Sir)

“Come cristiani, come famiglia cristiana, per noi è stato molto importante incontrare Papa Francesco.  Ci ha espresso tutta la sua solidarietà. Prega costantemente per la pace, per la Palestina. Da parte nostra dobbiamo pregare anche noi per la pace e per la fine dell’occupazione israeliana e delle atrocità che questa comporta come l’uccisione di civili e di giornalisti”. Così Anton Abu Akleh, fratello di Shireen Abu Akleh, la giornalista palestinese-americana di Al Jazeera, uccisa lo scorso 11 maggio a Jenin, ha raccontato al Sir il suo incontro, ieri dopo l’udienza, con Papa Francesco. Anton era accompagnato dalla moglie e dalle due figlie. Per commemorare la memoria della giornalista ieri sera a Roma, nella basilica di Santa Maria in Cosmedin, è stata officiata una Messa in rito melchita, alla presenza del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, di diplomatici di diverse ambasciate e del Vicario custodiale, padre Ibrahim Faltas. “Preghiamo perché tutto finisca e che Shireen possa davvero ottenere giustizia. Che si vada oltre l’impunità”. Nella giornata di ieri la famiglia di Shireen Abu Akleh ha incontrato anche il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin e il Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, card. Leonardo Sandri: “sono stati incontri molto significativi – ha detto il fratello – nei quali ci è stata ribadita piena solidarietà. Subito dopo l’uccisione di mia sorella speravamo che la Chiesa facesse subito sentire la sua voce, oggi l’abbiamo udita e apprezzata. Shireen – ha aggiunto – era una donna generosa, umile, svolgeva la sua professione con grande capacità. Preghiamo e speriamo che da questa tragedia possa nascere qualcosa di buono, la pace, la giustizia”. Il riferimento di Anton Abu Akleh è a quanto sta accadendo “in Palestina, in queste ultime settimane”, dove, “la violenza e gli scontri sono all’ordine del giorno. Da Roma lanciamo un appello affinché si fermi la violenza e l’occupazione. Shireen era la voce della pace, la voce di ogni palestinese, cristiano o musulmano. Oggi è diventata un angelo per ogni palestinese”.

Come è noto Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese-americana di Al Jazeera, è stata uccisa, lo scorso 11 maggio, a Jenin, mentre seguiva, per la propria testata, un’operazione dell’esercito israeliano. Nell’occasione era rimasto ferito anche un collega palestinese, Ali al Samoudi. I due indossavano giubbotti anti proiettile, con la scritta ‘Press’, ed elmetto protettivo. Agli inizi di settembre Israele, in una inchiesta, ha ammesso che “esiste un’alta possibilità” che la giornalista sia stata sia stata colpita accidentalmente da proiettili esplosi dall’esercito israeliano. Quest’ultimo aveva sempre smentito ogni coinvolgimento nel fatto.

 

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