Migrazioni: Forti (Caritas italiana), “vie legali d’accesso per fermare le morti in mare”

“Ribadiamo forte il nostro appello: occorre un’azione congiunta dei Paesi europei per aprire vie legali e sicure d’accesso. Così sarà possibile togliere i migranti dalle mani dei trafficanti. Non li sottrarremo definitivamente dal pericolo di morire in mare, anche perché con numeri così elevati ci sarà comunque chi non avrà i requisiti per arrivare in Europa. Ma così si ridurrebbe certamente il numero dei morti”. A lanciare l’appello in un’intervista al Sir è Oliviero Forti, responsabile delle politiche migratorie e di protezione internazionale di Caritas italiana. L’occasione è fornita dal soccorso delle unità della Guardia costiera italiana, della Guardia di finanza e di Frontex a due barconi con a bordo rispettivamente 700 e 650 persone per i quali Alarm Phone ieri aveva lanciato l’Sos mentre si trovavano alla deriva nella zona Sar tra Malta e Italia.
Una situazione che, secondo Forti, si può spezzare anche con i corridoi umanitari, che in piccole quote Caritas italiana già promuove. “Faremo corridoi umanitari nei prossimi mesi dal Pakistan, dall’Africa e dal Medio Oriente. Occorre rafforzare queste ed altre vie legali di accesso – aggiunge –. In primis è necessaria una programmazione seria di ingressi per motivi di lavoro, che in questi anni sono stati residuali, e investire di più sui programmi di reinsediamento”.
Infine, uno sguardo alla possibilità di uno stop all’arrivo in Italia delle navi delle ong che hanno salvato migranti in mare: “Abbiamo sempre sostenuto il soccorso in mare. Non ci interessa chi lo fa ma che le persone vengano salvate. Tutto ciò che non contribuisce a salvare le persone in mare ci desta profonda preoccupazione”.

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