“Potremmo definirla ‘emergenza social’ con un evidente richiamo a quell’’emergenza educativa’, cui la Chiesa in Italia ha dedicato il secondo decennio degli anni Duemila e che resta di grande attualità. E non potrebbe essere altrimenti passando in rassegna le notizie di cronaca di questi giorni che vedono protagonisti gruppi di minorenni con condivisioni in chat a dir poco preoccupanti”. Lo afferma il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, nella newsletter diffusa oggi.
Colpiscono le parole di Ivano Gabrielli, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni: “Quello che vediamo nelle nostre indagini è un’assuefazione a un percorso che è sempre più drastico, cruento e raccapricciante”. “È un allarme sociale che riguarda tutti – prosegue Corrado –. Lanciando il patto educativo globale il 12 settembre 2019, Papa Francesco affermava: ‘Cerchiamo insieme di trovare soluzioni, avviare processi di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa alleanza…’”. “Quale può essere il contributo di chi è impegnato nella comunicazione? – conclude il direttore dell’Ucs –. Certamente promuovere laboratori di formazione ed educazione digitale coinvolgendo tutti gli attori sociali impegnati nell’educazione. È l’antidoto all’assuefazione al male!”