Bolivia: di fronte allo sciopero la Conferenza episcopale disponibile a essere facilitatrice del dialogo e non mediatrice

“La Chiesa cattolica è sempre stata disposta ad essere un facilitatore del dialogo e chiariamo che in nessun momento abbiamo espresso direttamente o indirettamente il nostro desiderio di essere mediatori nel conflitto”. Lo ha affermato ieri, in una conferenza stampa, il vicesegretario generale della Conferenza episcopale boliviana, padre Diego Plá Aranda, in merito allo sciopero a oltranza proclamato a Santa Cruz de la Sierra contro la scelta del Governo di rinviare il censimento generale al 2024. Nel frattempo lo sciopero aumenta di intensità, con l’installazione di blocchi stradali, che rischiano di avere un forte impatto, essendo Santa Cruz un centro strategico per le vie di comunicazione.
“Crediamo che sia importante saper distinguere tra il compito di mediazione e quello di facilitazione. Per questo affermiamo che saremo sempre disponibili a guidare, offrire criteri, facilitare il dialogo, aiutare a raggiungere accordi, ma non mediare”, ha aggiunto.
Parimenti, ha affermato che la Conferenza episcopale ribadisce la richiesta che le parti in conflitto possano sedersi e “camminare insieme al tavolo della consultazione, con spirito aperto, senza minacce, né intransigenza e alla ricerca della pace, della verità e della giustizia”. Vista la situazione a Santa Cruz de la Sierra, ha espresso la sua solidarietà all’arcivescovo René Leigue per la situazione che si verifica nella sua giurisdizione ecclesiastica.

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