“Il 90% della popolazione siriana vive al di sotto della soglia di povertà. L’insicurezza alimentare dilaga in ogni città e intere famiglie sono finite sul lastrico in seguito alla svalutazione della moneta nazionale del 70%. I genitori non sanno se i loro figli mangeranno domani”. Sono solo alcuni dei dati forniti dall’ong Pro Terra Sancta che opera in Siria da ancor prima dello scoppio della guerra, nel 2011.
Un quadro drammatico, confermato dal direttore dell’associazione Pro Terra Sancta, Tommaso Saltini, e dal responsabile dell’Ufficio progetti, Giacomo Gentile, che sono tornati da qualche giorno da una missione in Siria. L’associazione ha così deciso di impegnarsi ancora di più per far fronte alla sfida della fame e della malnutrizione, rilanciando il sostegno alla mensa della parrocchia di San Francesco ad Aleppo, diretta da Bahjat Elia Karakah (che ha recentemente sostituito fra Ibrahim Alsabagh) che offre un pasto caldo quotidiano a più di mille persone bisognose. In tutti i 14 governatorati della Siria, fa sapere l’ong, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati dell’800% negli ultimi due anni. Migliaia le famiglie che hanno rinunciato a un pasto al giorno perché non riescono a comprare abbastanza cibo: il solo prezzo del paniere è aumentato mediamente del 107% rispetto all’anno scorso. La disoccupazione giovanile si attesta al 78% e oggi anche chi ha un lavoro non è in grado di sfamare la famiglia per tutto il mese. Così ogni mattina 50 collaboratori e volontari della parrocchia preparano e distribuiscono migliaia di porzioni di cibo: riso, carne, verdura, frutta, pane. Ognuno riceve cibo sufficiente per sé e per la sua famiglia. Sono le persone più povere e vulnerabili ad accedere a questo servizio di carità: anziani, disabili, malati, vedove, orfani e le famiglie più povere dei quartieri circostanti. Ad Aleppo sono numerosi gli anziani soli che faticano a uscire di casa; per questo motivo i volontari si dividono in piccoli gruppi e portano i pasti direttamente a casa di anziani e malati. Oltre alla fame, anche il freddo che avanza fa paura. L’inverno, infatti, è alle porte e moltissime famiglie vivono senza riscaldamento perché il generatore elettrico va a benzina, che ha costi insostenibili. Il prezzo del gasolio è altissimo a causa delle sanzioni all’Iran e alla Siria e ogni giorno la coda dal benzinaio supera i 5km. In una giornata l’elettricità è presente nelle case non più di tre ore. Nella capitale Damasco, per esempio, l’elettricità è garantita dalle 9 alle 10 di mattina, dalle 12 alle 13 e all’una di notte. Per contribuire: https://www.proterrasancta.org/it/campaign/siria-aleppo-regala-un-pasto-caldo/