“Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà”. Lo ha detto il Papa, nel suo discorso al Colosseo, a chiusura dell’incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “Spirito di Assisi” sul tema “Il grido della Pace. Religioni e Culture in Dialogo”. “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato”, ha ribadito Francesco prendendo a prestito le parole della Fratelli tutti: “La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. “Sono convinzioni che scaturiscono dalle lezioni dolorosissime del secolo ventesimo, e purtroppo anche di questa parte del ventunesimo”, l’analisi del Papa, secondo il quale “oggi si sta verificando quello che si temeva e che mai avremmo voluto ascoltare: che cioè l’uso delle armi atomiche, che colpevolmente dopo Hiroshima e Nagasaki si è continuato a produrre e sperimentare, viene ora apertamente minacciato”. “In questo scenario oscuro, dove purtroppo i disegni dei potenti della terra non danno affidamento alle giuste aspirazioni dei popoli, non muta, per nostra salvezza, il disegno di Dio, che è un progetto di pace e non di sventura”, ha assicurato Francesco: “Qui trova ascolto la voce di chi non ha voce; qui si fonda la speranza dei piccoli e dei poveri: in Dio, il cui nome è Pace. La pace è dono suo e l’abbiamo invocata da lui. Ma questo dono dev’essere accolto e coltivato da noi uomini e donne, specialmente da noi credenti”.