“Non lasciamoci contagiare dalla logica perversa della guerra; non cadiamo nella trappola dell’odio per il nemico”. E’ l’appello del Papa, che dal Colosseo, a chiusura dell’incontro interreligioso sulla pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio ha lanciato un invito preciso a tutti i credenti: “Rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro, come obiettivo centrale del nostro agire personale, sociale e politico, a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo”. Poi Francesco ha rilanciato l’appello fatto da San Giovanni XXIII, quando, “durante una grave crisi internazionale, nell’ottobre 1962, mentre sembravano vicini uno scontro militare e una deflagrazione nucleare”, in un radiomessaggio aveva affermato: “Noi supplichiamo tutti i governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze. Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra”. “Sessant’anni dopo, queste parole suonano di impressionante attualità. Le faccio mie”, ha detto il Papa.