Proseguono, in Ucraina, le attività del progetto “Bambini per la pace” che Aibi-Amici dei Bambini sta portando avanti nel Paese con alcuni partner locali e il finanziamento dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics).
“Grazie alla grande esperienza del personale di Driusie Ditiei Ukraina, la Fondazione locale di Amici del Bambini aperta nel 2009, che ha raccolto e messo a frutto il know how maturato grazie ai tanti progetti che Aibi conduce in Ucraina fin dal 1999, gli interventi – viene spiegato in una nota – non si sono mai interrotti e, anzi, hanno allargato il loro raggio d’azione e implementato il numero di persone coinvolte, che possono contare, oggi, anche sulla coordinatrice di progetto Elena Otilia Pavel, cooperante con una lunga esperienza alle spalle nella conduzione di progetti di protezione e formazione professionale in alcuni Paesi dell’Africa”.
L’approccio utilizzato per l’attuale progetto, “Bambini per la pace”, è multisettoriale e prevede interventi che vanno in più direzioni: dalla distribuzione di cibo e beni di prima necessità, al sostegno psicologico e sociale. Unico è, però, l’obiettivo: garantire assistenza, cura e protezione alla popolazione ucraina, sfollata e residente, con particolare riferimento ai gruppi più vulnerabili di donne e minori.
In particolare, le attività previste all’interno del progetto prevedono la distribuzione di kit food, kit igienico-sanitario, kit scuola e kit winter a 750 famiglie suddivise tra Karapishi e Volodarka, nella regione di Kiev; l’allestimento di ludoteche, spazi sicuri per bambini e i loro famigliari presso Volodarka, Karapishi e anche nella capitale Kiev; e un servizio di ascolto e primo supporto telefonico, con l’allestimento di una linea dedicata per donne e minori vittime di violenza di genere (Gbv) a Kiev, ma raggiungibile da tutta l’Ucraina.
La distribuzione dei kit, così come la presenza di professionisti per il supporto psicologico e per l’animazione dei bambini è affidata a delle unità mobili che operano sia attraverso strutture fisse (i Punti Aibi) sia raggiungendo i villaggi limitrofi delle principali città di intervento, intercettando così oltre 3mila beneficiari.