“La prima indicazione è un invito a spostare l’attenzione dalle “migrazioni” ai “migranti”, ossia da un fenomeno anonimo alle persone che migrano. La tentazione della semplificazione e della relativa riduzione a fenomeno anonimo ci distrae dal riconoscimento dell’altro, della persona migrante, come soggetto portatore della dignità umana intrinseca in ogni fratello e sorella”. E’ il monito lanciato questa mattina da padre Fabio Baggio, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, intervenendo, al Centro Congressi di Roma La Nuvola, al Forum su “La grande occasione: migrazioni e futuro” che si è svolto nell’ambito dell’incontro interreligioso “Il grido della pace” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. “La seconda indicazione del Santo Padre – ha subito aggiunto il rappresentante dei dicastero vaticano – è l’incoraggiamento a formulare politiche lungimiranti per uscire dall’emergenzialità. Esiste anche qui la tentazione della semplificazione, il rischio di non riconoscere la complessità della mobilità umana nello scenario globale. La lettura meramente emergenziale del fenomeno migratorio non aiuta la ricerca e l’elaborazione di soluzioni sostenibili non solo per i migranti, ma anche per le comunità locali nei paesi di transito e destinazione. Occorre invece farsi promotori di politiche migratorie lungimiranti e giuste”. Nel suo intervento padre Baggio ha dato una terza indicazione, spronando “tutti e tutte a diffondere la cultura dell’incontro in contrapposizione a quella dello scarto”. “Come ci insegna il Santo Padre – ha detto -, il futuro va costruito ‘con’ i migranti e i rifugiati, così come con tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, con gli scartati e gli emarginati, affinché nessuno rimanga escluso”. Ma “costruire con” significa anche “riconoscere e promuovere il contributo dei migranti e dei rifugiati a tale opera di costruzione, perché solo così si potrà edificare un mondo che assicuri le condizioni per lo sviluppo umano integrale di tutti e tutte”.