“Le ultime notizie che giungono da Lampedusa ci lasciano sgomenti. Ancora una tragedia nel Mediterraneo, ancora morti e dispersi tra le persone che hanno tentato disperatamente di raggiungere l’Europa per cercare un futuro di pace e, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto sono i più piccoli. Due bambini di meno di un anno sono le ultime vittime di questo drammatico incidente in mare. Il Mediterraneo centrale si conferma tra le rotte più letali. Non si possono accettare queste morti. È necessaria un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee per garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa e un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale”. Lo dichiara, in una nota, Save the Children, presente sull’isola con un intervento di protezione in collaborazione con Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, per garantire una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie che arrivano a Lampedusa, nell’ambito della più ampia collaborazione inaugurata nel dicembre 2020.
Le due organizzazioni sottolineano altresì l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini. “La situazione di questi giorni a Lampedusa dimostra, ancora una volta, la necessità di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato e la necessità di garantire subito assistenza e protezione adeguate”, precisa la nota.
La collaborazione tra Save the Children e Unicef, inauguratasi a dicembre 2020, è volta a dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo in Italia e in transito. Grazie alla partnership, continueranno ad essere garantiti ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera Nord che Sud, provenienti da zone di conflitto e di povertà estrema di tutto il mondo, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno emotivo, informazioni sui diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili. Continueranno inoltre ad essere effettuate valutazioni tempestive delle potenziali vulnerabilità e di problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere nei confronti delle ragazze e delle giovani donne.