“I giovani sono l’antenna del futuro e se perdiamo l’ascolto dei giovani non sapremo come orientarci verso un futuro che pure è alle porte”. Si fa “voce della voce dei giovani” il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como e responsabile della sezione Vocazione del Ccee. È a Cracovia per partecipare in questi giorni al Simposio europeo dal titolo “Alzati! Cristo ti chiama”, organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dall’Arcidiocesi di Cracovia. 150 delegati nazionali provenienti da circa 30 paesi d’Europa, si sono dati appuntamento per una tre giorni di incontro in preparazione alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023. “I giovani oggi – osserva subito il cardinale – sono i veri poveri perché non hanno dei riferimenti di persone adulte che hanno insegnato loro a vivere, a credere e a sperare. Però i giovani hanno anche molte possibilità di crescere perché sognano un futuro. Dobbiamo essere in grado di aiutarli a realizzare quello a cui aspirano”. “Mi preoccupa la loro solitudine”, confida Cantoni. “A volte si sentono frustrati perché non hanno un lavoro. Sono incapaci di scelte e allora vivono nella provvisorietà. Non sanno impegnarsi profondamente per un dono che sia libero ma allo stesso tempo continuativo. Però ci sono anche molti giovani che vogliono superare se stessi e sono aperti a scoprire, anche nella comunità cristiana, quei semi di futuro che permettono loro di realizzarsi come uomini e anche come discepoli di Gesù”.
Nonostante l’impegno dei giovani contro il riscaldamento globale e per la pace, il mondo degli adulti sembra incapace ad accogliere il loro grido e le loro istanze. “Proprio così”, ammette il cardinale. “I giovani non hanno davanti degli adulti significativi”. “Stanno soffrendo tanto per le condizioni di vita attuali. Pensiamo alla guerra in Europa, oltre alle altre guerre. È una guerra che nessuno si sarebbe mai immaginato. Anche i giovani partecipano dal di dentro a questa fatica di accettare questa situazione e soffrono interiormente non solo per loro stessi ma anche per una società che vedono cadere in un degrado”. Da qui un appello che il cardinale rivolge a tutti: “si aspettano di essere aiutati da persone che si appassionano a loro, ai loro problemi, alle loro difficoltà, alle loro ansie ma anche alle loro istanze e ai loro sogni. Hanno bisogno di essere ascoltati, accolti, compresi e perdonati. Hanno bisogno di qualcuno che insegni loro a vivere e a sperare”.