“Abbiamo raggiunto il livello di saturazione. Così arriviamo al 2070”. Al termine della 32ª udienza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della segreteria di Stato a Londra, il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha letteralmente perso la pazienza e, rivolgendosi al promotore di Giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, ha affermato: “Ho chiesto all’accusa di non ripetere in Aula con i testi quello che c’è già in informativa agli atti: così arriviamo al 2070”. “Lo scopo delle udienze – ha spiegato il presidente del Tribunale vaticano, secondo quanto ha riferito il pool di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani – non è leggere le informative: sono già depositate, tutti siamo in grado di leggerle. Dalla prossima udienza non consentirò più questo modo di procedere: è una perdita di tempo per tutti e non corrisponde al Codice che applichiamo. Il processo è già complicato, ci sono tanti testimoni da sentire. Finora ho consentito, ma non si può più andare avanti così”. Pignatone ha chiesto quindi all’Ufficio del promotore di Giustizia di compilare una lista dei teste da sentire: “Se non ci sono aspetti significativi da chiarire o cose nuove da aggiungere non si può pensare di far ripetere atti che già abbiamo”. “L’ho già precisato più volte, dall’inizio del processo”, ha ribadito: “Ora abbiamo raggiunto il livello di saturazione”. “Saranno ammesse domande solo se contestano un fatto specifico, non presente agli atti”, ha precisato Pignatone: “L’ho già detto prima di cominciare, con scarso successo: a questo punto non sono più disposto ad andare avanti così”.