La Fondazione Gariwo ha inaugurato, il 18 ottobre scorso, ad Halabja il primo Giardino dei Giusti in Iraq, insieme alla ong locale Nwe (che da anni si batte per i diritti delle donne e che assiste i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sull’ambiente) e all’associazione milanese di volontariato Dare.ngo. Per l’occasione l’Università di Halabja ha ospitato, il giorno dopo, un convegno sul rapporto tra ambiente e prevenzione dei genocidi. I primi Giusti onorati sono Gino Bartali, Irena Sendler, Denis Mukwege, Raphael Lemkin, Moshe Bejski, Hammo Shero, Wangari Muta Maathai e Alganesh Fessaha. I Giusti sono stati scelti dalla Fondazione Gariwo insieme a una delegazione scientifica dell’Università e a Nwe. La scelta, spiegano da Gariwo, è ricaduta su figure importanti a livello mondiale per la prevenzione dei genocidi, il salvataggio dei migranti e la difesa dell’ambiente; donne e uomini le cui storie possano in qualche modo tracciare la strada per la ricerca di figure locali che salvarono vite umane durante il genocidio del 1988. È a loro, infatti, che è dedicato il Giardino di Halabja. I drammi del passato si intersecano alle crisi contemporanee: Halabja ospita circa seimila rifugiati provenienti dalle aree yazide dello Sinjar, da altre parti dell’Iraq e della Siria. Inoltre, a pochi chilometri dalla città, la protesta dei curdi iraniani che chiedono diritti e miglioramento delle proprie condizioni viene repressa nel sangue. Il Giardino è, inoltre, al centro di Green Halabja, un progetto internazionale per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici nella regione. Il Giardino è sorto in un’area dismessa di circa 7000 mq adiacente alla sede del Governatorato di Halabja. Da più di un anno gli attivisti locali, grazie al sostegno della Fondazione Gariwo, hanno bonificato l’area e piantumato alberi. Il Giardino nasce anche con l’obiettivo di diventare il polmone verde della città, in una regione in cui mancano gli spazi verdi e i cui abitanti patiscono un forte inquinamento atmosferico e una duratura siccità. Un ruolo importante nello sviluppo del Giardino lo ha avuto anche Dare.ngo, un’associazione milanese di cooperazione internazionale che da anni organizza attività umanitarie nel Kurdistan iracheno.