Nel cuore di Cracovia, dal santuario San Giovanni Paolo II, il Papa dei giovani e del dialogo, sale di nuovo un appello di pace “ai capi delle nazioni e della comunità internazionale affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per porre fine all’attuale guerra che sta distruggendo vite e causando sofferenze indicibili”. A formularlo è stato mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), in apertura questo pomeriggio del Simposio europeo dal titolo “Alzati! Cristo ti chiama”, organizzato dalla Commissione Giovani e dalla Sezione Catechesi del Ccee e dall’arcidiocesi di Cracovia. 150 delegati nazionali dei cinque settori pastorali Giovani, Scuola, Università, Vocazioni e Catechesi provenienti da circa 30 Paesi d’Europa, dall’Ucraina alla Bielorussia, si sono dati appuntamento qui per una tre giorni di incontro, confronto sulle sfide del continente europeo, riflessione sulla fede cristiana oggi, momenti di preghiera e di festa in un percorso che sta portando i giovani di tutto il mondo verso la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona nel 2023. “Veniamo qui – ha detto mons. Grušas – con tanta speranza ma anche con tanta tristezza nel cuore: quando il Covid allentava la morsa e in ogni Paese guardavamo con ottimismo al futuro, in Ucraina è scoppiata la guerra. Eravamo convinti che non ci sarebbero state più guerre in Europa, che ne avremmo letto solo nei libri di storia, eppure ancora una volta la seduzione del potere e l’avidità di alcuni hanno portato alla guerra”. L’arcivescovo di Vilnius ha elencato tutte le pagine buie vissute negli ultimi due anni. Ha ricordato l’ammassamento di migranti ai confini della Bielorussia con Polonia, Lituania e Lettonia, “utilizzati in una sorta di guerra ibrida come scudi umani per destabilizzare quella regione e ricattare la Comunità europea”. Poi, nel febbraio 2022, l’invasione armata dell’Ucraina da parte della Russia. Ora, la conseguente crisi energetica: la mancanza di gas e il suo prezzo elevato stanno mettendo in ginocchio famiglie, imprese, industrie e trasporti. “Noi, vescovi d’Europa – ha affermato Grušas – continuiamo a unire la nostra voce a quella del Papa per mettere a tacere le armi, porre fine immediatamente alla guerra e lavorare per la pace”. “Personalmente, come tanti altri vescovi e delegazioni nazionali, ho visitato l’Ucraina per portare la vicinanza e l’affetto delle nostre comunità cristiane: siamo vicini a tutto il popolo ucraino, specialmente ai giovani in questo momento di paura e incertezza per il loro futuro e del Paese”.