Di fronte all’annuncio dello sciopero civico a oltranza proclamato a Santa Cruz de la Sierra, la città più popolosa della Bolivia e negli ultimi anni epicentro della protesta contro il Governo di sinistra guidato da Luis Arce e dal Mas, il partito di Evo Morales, la Conferenza episcopale boliviana rivolge un urgente appello alle parti in conflitto affinché, “mettendo da parte tutti gli interessi personali, si stabilisca uno spazio di dialogo senza condizioni”, al fine di evitare scontri e danni ai popolazione e, al contrario, si cerchino soluzioni per il bene di tutti, afferma un comunicato della Conferenza episcopale boliviana.
La causa principale della protesta è la scelta del Governo di posticipare il censimento generale, previsto per quest’anno, al 2024, mentre l’opposizione civica chiede che esso abbia luogo nel 2023. In Bolivia, si prevede che il Censimento, come avviene in altre nazioni, consentirà di adeguare, definire, attuare e valutare piani, programmi, politiche pubbliche e strategie per uno sviluppo umano, economico e sociale sostenibile, ai vari livelli. Per esempio, potrebbero essere redistribuite le risorse in base ai cambiamenti demografici e di reddito.
“Siamo convinti che l’unico modo per risolvere i conflitti sia il dialogo e l’intesa sincera e aperta, promuovendo una cultura dell’ascolto e della ricerca del bene comune”, aggiunge la nota, firmata dalla segreteria generale della Conferenza episcopale boliviana.