“Diamo il benvenuto al rapporto finale dell’inchiesta di Stato che studieremo con attenzione e ci scusiamo senza riserve con coloro che hanno subito abusi nella Chiesa. Promettiamo un rinnovato impegno affinché si intensifichi e migliori il lavoro fatto perché tutti i minori e i vulnerabili che rischiano di subire abusi vengano protetti”. Con queste parole la Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles ha risposto, in un comunicato, al rapporto finale dell’inchiesta di Stato (Independent inquiry into child sexual abuse) sugli abusi nelle istituzioni britanniche avviata dalla premier Theresa May nel 2015 dopo lo scandalo di Jimmy Savile, il famoso dj della Bbc, che aveva per anni infierito su vittime innocenti, coperto da colleghi e superiori. Durata sette anni l’inchiesta ha indagato le strutture manageriali di varie istituzioni, dal Parlamento di Westminster alle autorità locali, per capire come gli abusi siano stati possibili. Una parte è stata dedicata alla Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles e alle migliaia di abusi commessi, tra il 1970 e il 2015, contro oltre 900 individui legati alla Chiesa. Nel comunicato di risposta ai risultati dell’inchiesta, preparato dal “Catholic council”, l’ente che la Chiesa ha avviato nel 2015 per assistere l’inchiesta di Stato, si dice anche che “la Chiesa cattolica non si fermerà nel suo viaggio per proteggere chi entra in contatto con essa e diventare un luogo sicuro per tutti”.