Almeno 17 morti, in gran parte donne, e almeno 80 dispersi: è il bilancio di due naufragi avvenuti nelle acque della Grecia meno di quindici giorni fa. Il primo episodio è avvenuto al largo dell’isola di Kythira, a sud del Peloponneso e il secondo vicino all’isola di Lesbo, nell’Egeo nord-orientale. Secondo il ministro greco dell’Immigrazione Notis Mitarachis “le persone annegano dopo essere salite su imbarcazioni inadatte alla traversata”. L’Unione europea, ha aggiunto, “deve agire” così come la Turchia chiamata ad “impedire tutte le partenze irregolari”. Cresce, intanto, la tensione tra Ankara e Atene, dopo che, due giorni fa, 92 migranti sono stati lasciati nudi in Grecia. Si tratta di persone provenienti in gran parte da Siria e Afghanistan che avevano attraversato il fiume Evros su dei gommoni. Secondo quanto emerso da una ricostruzione delle autorità greche, frutto di una indagine congiunta con i funzionari di Frontex, l’agenzia di frontiera dell’Ue, i migranti sarebbero stati portati sul posto da veicoli delle autorità turche e sarebbe stato ordinato loro di togliersi i vestiti prima di fare la traversata sui gommoni. Ricostruzione rispedita al mittente da Ankara. Sconcerto è stato espresso dall’Unhcr che ha chiesto indagini per fare luce sull’accaduto. Così tra accuse di partenze irregolari e di respingimenti, il numero dei migranti morti in mare aumenta sempre di più.
“Quanto sta accadendo è molto tragico”, commenta al Sir mons. Joseph Printezis, arcivescovo di Naxos, Andros, Tinos and Mykonos nel cui territorio insiste anche l’isola di Lesbo, che con Samos, ospita due centri di accoglienza per migranti e richiedenti asilo. Il presule, che ricopre anche la carica di Segretario generale della Conferenza episcopale greca, avverte del rischio di “trasformare la questione migranti come uno strumento di pressione politica. In ballo – ribadisce – è in gioco la dignità di queste persone e il rispetto dei diritti umani basilari”. “L’Europa – spiega al Sir – dovrebbe cambiare la sua politica verso i migranti e i rifugiati. Ci sono milioni di persone in Turchia pronte a partire. Si tratta di gente sottoposta ad abusi, discriminazioni, privata della propria dignità. Moltissime persone hanno pagato notevoli somme di denaro per fuggire salvo poi naufragare e trovare la morte nel Mediterraneo. Non è giusto usare migranti e rifugiati come strumento di pressione politica. Sono persone che vanno rispettate nella loro dignità. Gente disperata che tenta soluzioni disperate. Non trasformiamo il mare Mediterraneo in un cimitero. Facciamo in modo che non lo diventi ancora di più. Stiamo andando verso l’inverno e le rotte sono sempre più pericolose”.
“Quanto sta accadendo è molto tragico”, denuncia mons. Printezis. Il presule, che ricopre anche la carica di Segretario generale della Conferenza episcopale greca, avverte del rischio di “trasformare la questione migranti come uno strumento di pressione politica. In ballo – ribadisce – è in gioco la dignità di queste persone e il rispetto dei diritti umani basilari”. “L’Europa – spiega al Sir – dovrebbe cambiare la sua politica verso i migranti e i rifugiati. Ci sono milioni di persone in Turchia pronte a partire. Si tratta di gente sottoposta ad abusi, discriminazioni, privata della propria dignità. Moltissime persone hanno pagato notevoli somme di denaro per fuggire salvo poi naufragare e trovare la morte nel Mediterraneo. Non è giusto usare migranti e rifugiati come strumento di pressione politica. Sono persone che vanno rispettate nella loro dignità. Gente disperata che tenta soluzioni disperate. Non trasformiamo il mare Mediterraneo in un cimitero. Facciamo in modo che non lo diventi ancora di più. Stiamo andando verso l’inverno e le rotte sono sempre più pericolose”.