Alla Conferenza internazionale sulla libertà religiosa e sulle sfide politiche contemporanee svoltosi nei giorni scorsi a Bratislava (Slovacchia) è intervenuto anche il patriarca della chiesa caldea, card. Louis Raphael Sako, che nel suo discorso ha ricordato come sarebbe auspicabile che la sinodalità invocata da Papa Francesco per la chiesa si applicasse anche a livello civile e politico. Secondo quanto riporta il sito Baghdadhope, introducendo il discorso sulla libertà religiosa, il patriarca ha affermato che essa è “legata ai diritti umani fondamentali, alla piena cittadinanza e alla convivenza armoniosa, nonché ai programmi educativi che rafforzano questi poli”. “In Iraq – ha continuato Mar Sako – esiste la libertà religiosa, cioè la libertà delle religioni di praticare i propri riti all’interno degli edifici di culto. A questo proposito l’Iraq è forse in prima linea per quanto riguarda la costruzione di chiese e monasteri, l’apertura di scuole e ospedali e la pubblicazione di libri e riviste religiose”. Il problema però rimane secondo il porporato “la libertà di coscienza” intendendo con ciò “la libertà di scegliere la religione o di cambiare religione. Un musulmano può essere ateo ma non può convertirsi al cristianesimo a causa della legge tradizionale sull’apostasia mentre le persone di altre religioni trovano una buona accoglienza se vogliono convertirsi all’Islam.” Una mancanza di giustizia e rispetto per il diritto sacro della libertà personale che il card. Sako non ha evitato di sottolineare. Allo stesso modo il patriarca ha citato il tema della cittadinanza. Dopo la caduta del regime, ha spiegato, si è affermata una nuova mentalità fatta di settarismo e quote, sono stati eretti muri tra le diverse componenti del paese e si è diffusa la corruzione portando alla divisione della cittadinanza secondo le diverse appartenenze religiose, settarie ed etniche ed alla creazione di cittadini di prima, seconda e terza classe. Un grave errore, ha spiegato il cardinale, in un sistema ufficialmente democratico. “La religione” sono state le sue parole “dovrebbe essere separata dallo Stato in quanto rapporto personale tra il credente e il suo Signore mentre lo stato, in quanto entità morale senza religione dovrebbe essere equidistante da ogni cittadino. Gli iracheni dovrebbero essere visti come cittadini e non in base alle loro affiliazioni religiose”. Da qui la “necessità di promuovere l’armoniosa coesistenza tra loro sulla base del paese in comune, gli stessi diritti e la fratellanza” e quella di ” cambiare molte leggi e molti programmi scolastici per consolidare i valori umani e nazionali ed i diritti umani”. “Ogni essere umano sulla faccia della terra” secondo Mar Sako “ha diritto alla completa libertà, giustizia e uguaglianza. Questi principi fondamentali devono essere applicati in tutti i paesi”.