Povertà: Caritas, 1 milione e mezzo di interventi di aiuto e 227.556 assistiti. +7,7% di nuovi beneficiari rispetto al 2020

Nel 2021 nei centri e servizi Caritas sono stati erogati quasi 1 milione e mezzo di interventi di aiuto da 192 Caritas diocesane. Almeno 227.556 sono state persone supportate dai soli servizi Caritas in rete presenti in 192 diocesi. Rispetto al 2020 c’è un incremento del 7,7% di nuovi beneficiari, soprattutto stranieri. Non sempre sono nuovi poveri ma persone che entrano ed escono da una situazione di bisogno. E’ quanto emerge dal Rapporto 2022 di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia “L’anello debole” presentato oggi a Roma. A chiedere aiuto sono sia uomini (50,9%), sia donne (49,1%). Cresce l’incidenza delle persone straniere (55%), con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nel Nord-Ovest e Nord-Est. Al contrario nel Sud e nelle Isole prevalgono gli italiani (68,3% e 74,2%). L’età media dei beneficiari è di 45,8 anni. Le persone senza dimora incontrate nel 2021 sono state 23.976, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni. Sono soprattutto nelle strutture del Nord. Il 54,5% dell’utenza Caritas manifesta due o più ambiti vulnerabilità, tra problemi economici, occupazionali, abitativi, familiari, di salute, legati all’immigrazione, ecc. Tra gli aiuti erogati dalle Caritas: il 74,7% ha riguardato beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.);
il 7,5% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 7,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 4,6% l’erogazione di sussidi economici (per il pagamento di affitti e bollette), il 2,2% il sostegno socio assistenziale e l’1,5% interventi sanitari. Tra gli utenti Caritas si rafforza nel 2021 la correlazione tra stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione. Aumentano quelli che possiedono solo la licenza media (dal 57,1% al 69,7%). Tra loro vi sono anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Nelle regioni insulari e del Sud il dato arriva rispettivamente all’84,7% e al 75%. Correlato al livello di istruzione è il dato sulla condizione professionale, legato anche alla situazione causata dalla pandemia: cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%; parallelamente si contrae la quota degli occupati che scende dal 25% al 23,6%.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori