“Un impegno costante di conversione da un io chiuso a un io aperto, da un cuore centrato su di sé a un cuore che esce da sé e va incontro all’altro. E questo, per analogia, vale anche per la comunità”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, in udienza i partecipanti al capitolo generale dei Cistercensi della Comune Osservanza.
L’invito del Pontefice è quello di passare “da una comunità autoreferenziale a una comunità estroversa, nel senso buono della parola, accogliente e missionaria”. “È il movimento che sempre lo Spirito Santo cerca di imprimere alla Chiesa, lavorando in ogni suo membro e in ogni sua comunità e istituzione. Un movimento che risale alla Pentecoste, il ‘battesimo’ della Chiesa. Lo stesso Spirito poi ha suscitato e suscita una grande varietà di carismi e forme di vita, una grande ‘sinfonia’. Le forme sono tante, molto diverse tra loro, ma per essere parte della sinfonia ecclesiale devono obbedire a questo movimento di uscita. Non un andare caotico, in ordine sparso: un andare insieme, tutti sintonizzati sull’unico cuore della Chiesa che è l’amore, come afferma con tanto entusiasmo Santa Teresa di Gesù Bambino”. Dalle parole del Papa si evince che “non c’è comunione senza conversione, e dunque questa è necessariamente frutto della Croce di Cristo e dell’azione dello Spirito, sia nelle singole persone, sia nella comunità”. Ritornando all’immagine – o meglio al suono – della sinfonia, Francesco ha evidenziato che “voi vi proponete di abbracciare il grande respiro missionario della Chiesa valorizzando anche la complementarità tra maschile e femminile, come pure la diversità culturale tra membri asiatici, africani, latinoamericani, nordamericani ed europei”. “Vi incoraggio in questo cammino, che non è facile, ma che può essere senza dubbio una ricchezza per le comunità e per l’Ordine”.