In occasione dell’odierna Giornata mondiale del lavaggio delle mani (Global Handwashing Day), l’Unicef ricorda che lavarsi le mani è uno degli strumenti fondamentali per prevenire le infezioni, e anche uno dei più vecchi e che ancora ogni giorno nel mondo muoiono 700 bambini per malattie causate da servizi idrici e igienici non adeguati. Lavare le mani col sapone è uno dei modi più economici per migliorare salute e benessere riducendo: le malattie diarroiche del 30%[; le infezioni respiratorie acute fino al 20%; le morti infantili causate da infezioni del 27%; le giornate di scuola perse del 43%; la trasmissione di epidemie legate ad agenti patogeni come colera, ebola, shigellosi, Sars, epatite E e Covid-19.
Quest’anno il tema della giornata è “Uniti per l’igiene delle mani universale” per chiedere ai governi, ai partner di sviluppo, ad imprese, istituzioni e ricercatori di cambiare il focus dagli impegni alle azioni per accelerare i progressi e raggiungere questo obiettivo.
A livello globale l’accesso alle strutture e ai prodotti per lavarsi le mani rimane diseguale: nel 2020, solo il 71% delle persone nel mondo ha avuto accesso a un luogo e a una struttura per lavarsi le mani con acqua e sapone nella propria casa; 2,3 miliardi di bambini non hanno risorse per lavarsi le mani a casa, comprese 670 milioni di persone che non hanno del tutto impianti per lavare le mani. Nei paesi meno sviluppati circa due terzi delle persone non hanno strutture di base per lavare le mani a casa. Nel mondo 3,85 miliardi di persone non dispongono di impianti idrici (strutture per lavarsi le mani) di base dotati di acqua e sapone o di un disinfettante per le mani a base di alcol nei luoghi in cui i pazienti ricevono cure e nei bagni di queste strutture.
Al ritmo attuale dei progressi 1,9 miliardi di persone non avranno ancora la possibilità di lavarsi le mani a casa entro la fine dell’era degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, nel 2030.