Si è tenuto ieri pomeriggio, al Palazzo delle Stelline, il Convegno “Epistemologia della bellezza. Leonardo, un caso studio”. Una giornata di studi interdisciplinari alla quale hanno partecipato eminenti esponenti del mondo accademico, non solo italiano, ma anche internazionale. Attorno al tavolo dei relatori si sono succeduti: Rolando Bellini, storico e critico dell’arte professore di storia dell’arte, graphic art, arte museologia ed estetica presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera; Fabio Minazzi, ordinario di Filosofia della scienza e direttore scientifico del Centro internazionale Insubrico; Pier Enrico Gallenga, professore ordinario di Clinica oculistica all’Università di Chieti-Pescara e medaglia d’oro dell’Oftalmologia italiana; Marco Marinacci, architetto e storico dell’arte professore in storia dell’arte moderna e contemporanea presso il Politecnico di Milano; Atila Soares Da Costa Filho in collegamento dal Brasile, lo studioso e storico dell’arte membro del comitato scientifico della Monna Lisa Foundation di Zurigo e della Fondazione Loeonardo da Vinci di Milano. Ciascuno dei relatori, attraverso la propria specifica competenza, ha affrontato il percorso creativo di Leonardo da Vinci e il ruolo del grande genio italiano nell’ambito delle arti. L’attore Fabio Testi ha aperto i lavori con la lettura di alcuni precetti del Trattato della Pittura di Leonardo Da Vinci e l’assessore all’Autonomia e alla Cultura, Stefano Bruno Galli, ha dato inizio al convegno portando i saluti del governatore Attilio Fontana, dichiarando che “non possiamo rimanere indifferenti di fronte a iniziative che riguardano Leonardo e il nostro territorio”. Il “Ritratto/Cristo di Lecco” di proprietà della famiglia Gallo Mazzoleni è stato oggetto di attente analisi che hanno consentito l’attribuzione di un ritratto, forse un autoritratto, del Maestro toscano, collocato temporalmente nel periodo compreso tra la fine del XV secolo e i primi anni del XVI secolo. Bellini ha precisato: “Per mia esperienza e conoscenza credo di poter sostenere e confermare che il reperto indagato, il cosiddetto ‘Cristo di Lecco’, di proprietà della famiglia Gallo Mazzoleni di Lecco, rivela la presenza della mano maestra di Leonardo da Vinci. È pertanto, per mia opinione, un autentico testo grafico di Leonardo da Vinci”.