“Sempre la pace è possibile! Vogliamo gridarlo oggi, mentre la guerra sembra sovrastarci e le opere delle tenebre continuano a seminare ingiustizia, corruzione, esclusione, violenza, indifferenza, primi passi di una cultura di morte, che si diffonde tanto nei rapporti interpersonali quanto nella vita sociale e politica”. Lo ha detto ieri sera l’ordinario militare per l’Italia, Santo Marcianò, nella basilica di San Francesco di Paola a Napoli, nell’omelia della celebrazione eucaristica nel contesto delle celebrazioni per il 150° anniversario di costituzione del Corpo degli alpini.
“Una missione straordinaria, che si è diffusa nel tempo e in diversi luoghi”, quella degli alpini. “È nata – ha spiegato il presule – come difesa militare dei valichi montani di accesso al Paese e, via via, si è sviluppata come una presenza di custodia della popolazione e dell’ambiente, non solo nelle montagne ma in luoghi afflitti da emergenze ambientali, catastrofi naturali, violenze e guerre”. Dopo avere ricordato alcuni Beati alpini – don Carlo Gnocchi, cappellano nella campagna di Russia, Andrea Bordino, Teresio Olivelli e Secondo Pollo – Marcianò ha ribadito: “Sempre la pace è possibile! Voi lo gridate ‘dalle terrazze’ con un servizio di luce che contrasta tale buio. La pace è possibile, pur se difficile da percorrere, come lo sono i sentieri più scoscesi dei vostri monti; è possibile pur se apparentemente irraggiungibile, come le maestose vette che gli alpini hanno il coraggio di affrontare, per amore delle creature e del creato”. “Sono questi sentieri, sono queste vette, è questo amore che vi educa alla pace; ed è la pace la luce che imparate dalla vita dei vostri e nostri Beati Alpini: una pace che si nutre – e nutre gli altri – con la preghiera, specie nelle giornate terribili, negli eventi più tragici, nelle decisioni più drammatiche. Una pace – ha concluso il vescovo castrense – che rifulge come luce anche dalla vostra vita donata”.