La pandemia ha aumentato il gap di genere sul lavoro e a casa. È quanto emerge da un rapporto di Eurofound. Nel mercato del lavoro, l’impatto della pandemia sembra aver colpito uomini e donne in egual misura, ma “tra i lavoratori con salari più bassi la perdita di posti di lavoro per le donne è stata più significativa”. Sebbene le donne abbiano mantenuto l’occupazione nei settori in cui sono molto concentrate, come i servizi essenziali e occupazioni in telelavoro, altri settori in cui le donne sono sovra rappresentate, come l’ospitalità e l’assistenza, hanno registrato perdite di posti di lavoro decisamente più significative. Al contrario, le perdite di occupazioni degli uomini sono state distribuite in modo più uniforme. Il “deterioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è stato particolarmente evidente tra le madri di bambini piccoli in telelavoro”. Il passaggio al telelavoro o a modalità flessibili è stato adottato maggiormente dalle donne, con il rischio di un peggioramento delle disuguaglianze di genere: “L’aumento del carico di lavoro non retribuito e la minore visibilità sul posto di lavoro possono portare a conseguenze indesiderate sulla progressione di carriera, sulla retribuzione e sulle pensioni”. Nelle famiglie a doppio reddito, “il lavoro del padre nella cura dei figli è aumentato solo se la madre lavora fuori casa e il padre no”. Tra gli occupati, il tempo di lavoro settimanale totale delle donne (combinando lavoro retribuito e non retribuito) supera quello degli uomini di oltre 7 ore nell’Ue. Questa cifra sale a quasi 19 ore se si confrontano gli occupati a tempo pieno con figli. “Dopo la pandemia abbiamo l’opportunità di realizzare un vero cambiamento affrontando le norme di genere, modificando comportamenti e politiche. È fondamentale che i responsabili politici, comprese le parti sociali, diano priorità alle questioni di genere, continuando a monitorare e valutare attentamente gli sviluppi”, ha dichiarato il vicedirettore di Eurofound, Maria Jepsen.