“C’è da augurarsi che lo stato di necessità contribuisca a far cambiare un po’ i nostri comportamenti anche perché efficienza e risparmio energetico sono elementi essenziali in questa guerra”. Lo afferma Francesco Timpano, ordinario di Politica economica presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, commentando in un’intervista al Sir i timidi passi avanti nell’Unione europea per affrontare in maniera coordinata la crisi energetica anche a seguito dei ricatti di Putin (“Non forniremo l’energia a chi mette il price cap”) e di Gazprom (“Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva all’inverno”).
Il docente ricorda che per far fronte all’attuale situazione “ci muoviamo tra due alternative. Una è quella di fissare un ‘price cap’ tutto da costruire nel dettaglio tecnico, anche se la proposta italiana è più strutturata rispetto all’idea iniziale; l’altra è trattare in modo comune gli acquisti che, semplificando, è la proposta della Germania secondo cui imporre il ‘price cap’ può essere pericoloso per gli approvvigionamenti”. “Probabilmente le dovremo attivare, in qualche modo, entrambe”, commenta Timpano, spiegando che “dobbiamo far valere la forza del compratore unico, anche se al momento è tutto da costruire. Penso che l’Europa debba darsi una struttura anche per altri prodotti e mercati – penso al gas naturale liquefatto – perché è chiaro che se ci presentiamo ai tavoli di contrattazione tutti insieme allora un effetto sui prezzi sarà immediato”. “Ma al momento – osserva – è tutta da inventare la capacità dell’Ue di andare sui mercati a trattare come acquirente unico, si sta lavorando ancora in modo eccessivamente frammentato tra i Paesi”. “Poi, davanti alla situazione nella quale l’eventuale forza dell’acquirente unico europeo non riesce ad incidere in modo significativo sui prezzi, non c’è dubbio che il passo successivo non può che essere quello di imporre un nostro ‘price cap’”, prosegue il docente, avvertendo: “Il ‘price cap’ non lo si può sbagliare. Dev’essere giusto il giusto per convincere tutti i venditori, non solo la Russia, a continuare a fornirci il gas, ci deve far risparmiare, dev’essere congegnato in modo tale da gestire le differenze di costo tra fonti di approvvigionamento”. In attesa di decisioni che potrebbero essere prese nelle prossime settimane, Timpano sottolinea che “l’unico effetto positivo di questa situazione tragica è l’averci fatto abituare a risparmio ed efficienza. È ovviamente complicato controllare i comportamenti individuali, per questo molto è affidato alle decisioni dei singoli”. Ma “non dobbiamo dimenticarci che la guerra del gas è iniziata prima dell’invasione dell’Ucraina: da quasi un anno ci è stata dichiarata la guerra del gas e dobbiamo comportarci di conseguenza; il razionamento dei consumi è una delle reazioni classiche in questi casi”.