“Un grande segno di comunione, interesse, sensibilità per un tempo così urgente e delicato com’è quello della vocazione sacerdotale, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione di preti giunti da tutte le diocesi della regione”. A sottolinearlo è stato mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra e arcivescovo di Spoleto-Norcia, a margine della Giornata regionale di formazione del clero tenutasi oggi al Pontificio seminario regionale “Pio XI” di Assisi, a cui hanno partecipato oltre 190 sacerdoti dei circa 470 dell’Umbria. All’evento hanno partecipato anche gli arcivescovi e vescovi Domenico Sorrentino (Assisi-Gualdo Tadino-Nocera-Umbra e Foligno), Gualtiero Sigismondi (Orvieto-Todi), Francesco Soddu (Terni-Narni-Amelia) e Ivan Maffeis (Perugia-Città della Pieve). Per quest’ultimo è stata la prima Giornata regionale del clero, avendo ricevuto l’ordinazione episcopale con contestuale presa di possesso l’11 settembre scorso. “La bella ed ampia partecipazione di sacerdoti – ha evidenziato mons. Maffeis – rivela una grande disponibilità. Io sono stato sorpreso, da una parte, dalla passione di tanti a voler stare insieme e a condividere una giornata di crescita, dall’altra, di aiutarsi a trovare le strade per una presenza significativa della Chiesa in questo tempo”. Nella sua relazione don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni e sottosegretario della Cei, ha sottolineato come “ogni predicazione, a tutte le età, e a tutti i livelli, è vocazionale, perché la Parola risuona nella vita ed è un invito a vivere il Vangelo. Questo non è soltanto il compito dell’Ufficio vocazionale, ma di tutti”. “Don Gianola – ha commentato mons. Boccardo – ha allargato lo sguardo parlando delle diverse vocazioni, ad iniziare dalla vita come vocazione e, quindi, la sensibilità che dobbiamo coltivare per promuovere la vita come una vocazione, con una sottolineatura particolare che si riferisce alla chiamata alla vita presbiterale e a quella consacrata. Il prete, per sua natura, deve essere sollecito nei confronti delle giovani generazioni ed avere anche la responsabilità e la gioia di proporre a qualche giovane la scelta della vita consacrata”.