Le emergenze esistenziali del nostro tempo ci pongono di fronte alla necessità di modificare i nostri stili di vita. La rivista Rogate ergo di ottobre propone una riflessione sulla virtù che, secondo la definizione del Catechismo della Chiesa universale, è “una disposizione abituale e ferma a fare il bene, consentendo alla persona non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé”.
Da quando il progresso ha trasformato il mondo, non solo in termini economici, ma anche antropologici, “la figura dell’uomo virtuoso – scrive il paolino don Vito Spagnolo – scompare dal nostro orizzonte culturale e viene sostituita dall’uomo, che teso alla realizzazione di sé non sa più che direzione dare alla propria vita”. D’accordo con lui il pastoralista Giuseppe Savagnone per il quale l’attuale crisi morale ed educativa deriva, in larga misura, dal non essere ancora riusciti a trarre tutte le conseguenze del passaggio dalla prospettiva etica dell’epoca moderna, centrata sulla legge morale, a quella postmoderna, che punta sulla realizzazione della persona. Sul ruolo delle virtù nei processi educativi e sull’iter formativo si concentra, perciò, la maggiore attenzione della rivista. Per lo psicologo canossiano Amedeo Cencini ciò che dona la gioia di consacrarsi nella libertà è “avere in noi gli stessi sentimenti di Gesù”, secondo l’invito di san Paolo. Lo stesso discorso sulle virtù cessa di essere d’altri tempi, quando nell’azione educativa appare chiaro che a decidere il cammino verso la maturità non è il caso, ma le scelte personali. Lo dimostra don Luigi Guglielmoni, parroco a Busseto, che si serve delle storie di Harry Potter per guardare al nostro difficile presente.