“Il comportamento di quella persona era fuori da ogni logica”. Lo ha dichiarato Stefano De Santis, commissario della Gendarmeria vaticana, a proposito di Cecilia Marogna, durante la 28ª udienza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Nel corso dell’interrogatorio del promotore di Giustizia, Alessandro Diddi – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula funzionale dei Musei Vaticani – De Santis si è riferito agli accertamenti compiuti sul conto del cardinale Angelo Becciu, tra i dieci imputati presente all’udienza di oggi, a partire dal 20 marzo 2020, cioè nel pieno dell’istruttoria sul Palazzo di Sloane Avenue. Secondo De Santis, Cecilia Marogna all’epoca “stava portando avanti una frode nei confronti della segreteria di Stato”, tramite la sua società costituita a Lubiana, “impiegando in modo non proprio i fondi ricevuti per missioni umanitarie”, tra le quali la trattativa per liberare la suora rapita nel Mali. In totale, ha spiegato il teste, si trattava di 575mila euro ricevuti da un conto della Segreteria di Stato aperto presso il Credit Swisse. De Santis ha riferito che quando mons. Perlasca riferì a Becciu dell’interessamento della magistratura sui bonifici effettuati dalla Segreteria di Sato nei confronti di Cecilia Marogna, Becciu avrebbe commentato: “Che porci”. Citando il provvedimento del 24 settembre 2020, con il quale il Papa privò Becciu dei diritti connessi al cardinalato e della carica di Prefetto, e la successiva conferenza stampa del giorno dopo, De Santis ha affermato: “Non posso non rappresentare quanto avvenuto la sera del 2 ottobre 2020. Quella sera ero col comandante, Gauzzi Broccoletti, che ricevette un messaggio di Becciu in cui non si dichiarava contento dell’attività della magistratura in quel periodo”. De Santis ha quindi reso noto che, recandosi nell’abitazione di Becciu, i due lo avevano messo in guardia su Cecilia Marogna, e in particolare su come gestisse i soldi ricevuti dalla Segreteria di Stato, diversamente cioè dalle finalità pattuite. De Santis ha affermato inoltre che Becciu avrebbe chiesto loro di “tutelare” Cecilia Marogna e di non far emergere la questione, per non provocare “un grave danno a lui e ai suoi familiari”.