Papa Francesco: udienza, “le lamentele sono un veleno all’anima, un veleno alla vita, quasi un peccato”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le lamentele sono un veleno: un veleno all’anima, un veleno alla vita, perché non ti fanno crescere il desiderio di andare avanti”. È il monito, a braccio, del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro, ha ribadito: “State attenti alle lamentele! Quando i coniugi si lamentano l’uno dell’altro, i figli con i papà, e poi i vescovi di tante altre cose… Se voi vi ritrovate nelle lamentele, state attenti: è quasi un peccato, perché non fa crescere il desiderio”. “Più che essere buoni è importante avere la voglia di diventarlo”, ha affermato Francesco: “Tutti vogliamo essere buoni, ma abbiamo la voglia di essere buoni?”. “Colpisce il fatto che Gesù, prima di compiere un miracolo, spesso interroga la persona sul suo desiderio”, ha fatto notare il Papa: “Vuoi essere guarito? E a volte questa domanda sembra fuori luogo. Ad esempio, quando incontra il paralitico alla piscina di Betzatà, il quale stava lì da tanti anni e non riusciva mai a cogliere il momento giusto per entrare nell’acqua, Gesù gli chiede: ‘Vuoi guarire?’. Come mai? In realtà, la risposta del paralitico rivela una serie di resistenze strane alla guarigione, che non riguardano soltanto lui. La domanda di Gesù era un invito a fare chiarezza nel suo cuore, per accogliere un possibile salto di qualità: non pensare più a sé stesso e alla propria vita da paralitico, trasportato da altri. Ma l’uomo sul lettuccio non sembra esserne così convinto”. “Dialogando con il Signore, impariamo a capire che cosa veramente vogliamo dalla nostra vita”, ha garantito Francesco, che poi ha proseguito a braccio: “Questo paralitico è un esempio tipico delle persone che dicono ‘sì, sì, voglio, voglio’ ma poi non fanno nulla: il voler fare diventa un‘illusione e non si fa il passo per farlo. Quella gente che vogliono e non vogliono: è brutto questo”.

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