“La pace si costruisce insieme. Ci aspettiamo l’aiuto innanzitutto dei paesi europei che sono più vicini”. E’ “l’appello” all’Europa del vescovo ausiliare di Kiev, mons. Oleksandr Yazlovetskiy, che all’indomani del massiccio attacco missilistico russo su tutto il Paese, racconta a caldo la situazione oggi in città e nel resto dell’Ucraina. All’Europa, il vescovo chiede che “non rimanga solo a guardare ma ci aiuti veramente a costruire la pace. Come fa il nostro Papa. Aiutateci. Aiutateci. Oggi la guerra è arrivata qui. Ma domani può arrivare anche da voi. Questo è il mio appello”. E riguardo a Papa Francesco, aggiunge: “Sì, la sua voce si sente e viene diffusa dai media locali. Lo sentiamo vicino anche attraverso i suoi delegati come la visita del card. Krajewski che è molto conosciuto qui in Ucraina. Lui è la mano e gli occhi di papa Francesco per noi”. Il vescovo chiede poi preghiere: “Bisogna continuare a pregare e non smettere. Perché se non siamo arrivati ad una situazione ancora peggiore rispetto a quella di oggi, è solo grazie alla preghiera. A differenza del 24 febbraio, siamo psicologicamente più forti, più coraggiosi, più patriottici, con più amore verso la nostra terra. E tutto questo – noi lo sentiamo – è una conseguenza della preghiera. Per questo dico che dobbiamo perseverare nella preghiera”. Ma lo stato d’allerta, purtroppo, in Ucraina, ancora oggi non è cessato. “La giornata di ieri sta continuando. Ancora adesso stanno suonando le sirene in tutta l’Ucraina perché stanno bombardando di nuovo le città. Anche a Kiev hanno risuonato gli allarmi anti-aerei”, conferma il vescovo. “La giornata di ieri ha scosso tutti. E’ stato un po’ come ritornare al 24 febbraio quando siamo stati attaccati per la prima volta dai russi. Sembrava davvero essere tornati a quel periodo. Siamo di nuovo sotto attacco. Non so quale scopo i russi vogliono raggiungere con queste azioni di ieri e di oggi. Forse vogliono spaventare la gente, però, posso assicurare, tutti sono molto coraggiosi. Nessuno dà segni di cedimento. Nessuno ha detto, lasciamo entrare i russi perché abbiamo paura. Ognuno fa quello che deve fare e va avanti”.