“Il Concilio ci ricorda che la Chiesa, a immagine della Trinità, è comunione. Il diavolo, invece, vuole seminare la zizzania della divisione”. Così il Papa, nell’omelia della Messa presieduta nella basilica di San Pietro, ha attualizzato la lezione del Vaticano II, che a 60 anni dal suo inizio chiede ancora alla Chiesa “uno sguardo d’insieme”. “Non cediamo alle sue lusinghe, non cediamo alla tentazione della polarizzazione”, il monito di Francesco: “Quante volte, dopo il Concilio, i cristiani si sono dati da fare per scegliere una parte nella Chiesa, senza accorgersi di lacerare il cuore della loro Madre! Quante volte si è preferito essere ‘tifosi del proprio gruppo’ anziché servi di tutti, progressisti e conservatori piuttosto che fratelli e sorelle, ‘di destra’ o ‘di sinistra’ più che di Gesù; ergersi a ‘custodi della verità’ o a ‘solisti della novità’, anziché riconoscersi figli umili e grati della santa Madre Chiesa. Tutti siamo figli di Dio, tutti siamo fratelli nella Chiesa ”. “Il Signore non ci vuole così: noi siamo le sue pecore, il suo gregge, e lo siamo solo insieme, uniti”, ha affermato il Papa: “Superiamo le polarizzazioni e custodiamo la comunione, diventiamo sempre più ‘una cosa sola’, come Gesù ha implorato prima di dare la vita per noi”. “Ci aiuti in questo Maria, Madre della Chiesa”, la preghiera finale: “Accresca in noi l’anelito all’unità, il desiderio di impegnarci per la piena comunione tra tutti i credenti in Cristo. È bello che oggi, come durante il Concilio, siano con noi rappresentanti di altre Comunità cristiane. Lasciamo da parte gli ‘ismi’: al popolo di Dio non piacciono le polarizzazioni. Grazie per la vostra presenza! Ti rendiamo grazie, Signore, per il dono del Concilio. Tu che ci ami, liberaci dalla presunzione dell’autosufficienza e dallo spirito della critica mondana. Tu, che ci pasci con tenerezza, portaci fuori dai recinti dell’autoreferenzialità. Tu, che ci vuoi gregge unito, liberaci dall’artificio diabolico delle polarizzazioni, degli ‘ismi’. E noi, tua Chiesa, con Pietro e come Pietro ti diciamo: ‘Signore, tu sai tutto; tu sai che noi ti amiamo’”.