“Aiutarci a scoprire la presenza di Gesù come Salvatore di tutti i popoli, luce di tutte le nazioni; farci prendere coscienza che possiamo incontrare Dio in Gesù a qualunque latitudine, indipendentemente dal nostro livello culturale e in qualunque epoca storica: l’importante è che ci mettiamo in cammino e che ci lasciamo guidare da una lettura attenta dei segni che il Signore ci offre e dalla Profezia contenuta nelle Sacre Scritture”. È questo il significato dell’Epifania, secondo il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrata ieri a Betlemme. Parlando del racconto della venuta dei Magi a Betlemme, Patton ha posto in evidenza che “è Gesù ad accogliere i Magi, a spalancare la porta di casa per fare spazio ad ogni lingua, razza, popolo e nazione. Gesù, fin dall’infanzia, apre le porte di casa, quelle della sua famiglia naturale, si lascia ‘disturbare’ senza problemi. Apre la sua famiglia alle nazioni e scandalizza (e irrita) coloro che hanno un’idea esclusiva anziché profetica di popolo eletto”. Alla stessa maniera, ha aggiunto, “aprirà poi le ‘porte’ della sua Chiesa ai poveri, ai pubblicani, alle prostitute, scandalizzando (e irritando) ancora una volta i teorici della salvezza raggiunta con le proprie forze, attraverso l’osservanza scrupolosa della Legge anziché per grazia e misericordia di Dio”. Il Custode ha poi concluso la sua omelia con due domande: “siamo capaci come singoli e come famiglie di lasciarci disturbare da quelle situazioni nelle quali Gesù si presenta a noi nell’altro per incontrarci? La seconda è: siamo capaci, come persone e come comunità cristiane, di vivere ‘con le porte aperte’ ai ‘figli e alle figlie’ che oggi vengono portati in braccio, talvolta anche su gommoni e barche alla deriva, portatori non di oro, incenso e mirra, ma del desiderio di poter vivere con dignità?”