“A Cristo si arriva solo facendo funzionare bene la testa e il cuore”. Lo ha ricordato ieri mons. Giampio Devasini, vescovo di Chiavari, in occasione della solennità dell’Epifania.
Nell’omelia della messa che ha celebrato in cattedrale, il vescovo commentando il cammino dei Magi ha osservato che a muoverli “furono sia i ragionamenti sia il desiderio di trovare un senso per cui valga la pena vivere, il desiderio di trovare un nome con cui dare volto ad una non meglio individuata mancanza”. “Il cammino di questi maghi – ha proseguito – fu pieno di tanti errori: giunsero nella città sbagliata, persero la stella, parlarono del Bambino con l’uccisore di bambini, cercavano un re e trovarono un Dio”. “Il Vangelo non censura queste difficoltà per ricordarci che la scoperta del dono della fede è sempre frastagliata di difficoltà”, ha evidenziato mons. Devasini, aggiungendo che “il loro cammino però fu pieno anche dell’infinita pazienza di ricominciare e così consolano noi e il nostro andare accidentato, assicurandoci che il dramma non sono gli errori ma arrendersi agli errori, che la nostra vita va di ricominciamento in ricominciamento”. Come successe ai Magi, ha sottolineato il vescovo, “l’incontro con Gesù quando è vero ci converte e cioè cambia il nostro modo di pensare e di agire”. “Cari fratelli e sorelle, torneremo a casa per la strada per cui siamo venuti? Saremo oggi quello che eravamo ieri e domani quello che siamo oggi?”, ha domandato mons. Devasini, augurandosi “che lo Spirito Santo ci aiuti ad essere gioiosi, a mostrarci gioiosi, a rendere gioiosi; che lo Spirito Santo ci aiuti ad uscire dal nostro egoismo e ad andare incontro al fratello, alla sorella che attende da noi il nostro oro (ciò che abbiamo), il nostro incenso (il profumo sprigionato dalla nostra presenza), la nostra mirra (ciò che sappiamo sacrificare di noi stessi, spendendo la vita per l’altro)”.