“È incoerente – e inquietante – che si conceda il seppellimento degli animali nei Camposanti e, invece, si smaltiscano i feti abortivi umani come ‘rifiuti organici speciali’ frapponendo ostacoli legali di natura ideologica alla loro sepoltura come persone negli stessi Cimiteri; né si può giustificare la spesa di denaro in lapidi di marmo e altre onoranze funebri per un animale piuttosto che per eliminare la fame e la povertà che molti uomini ancor oggi patiscono nel mondo”. È quanto si legge in una nota diffusa dalla diocesi di Albenga-Imperia a proposito della notizia di una recente delibera adottata “all’unanimità” dal Consiglio comunale di Loano, “sulla base di quanto previsto dall’art. 54 della Legge regionale n. 15 del 2020”, che consente di seppellire gli animali domestici nelle tombe delle persone.
“Si prende atto con il rispetto dovuto all’Autorità Civile di tale provvedimento di un’Amministrazione locale, tuttavia di fronte a tale norma, innovativa e assai inusuale, in un ambito che tocca profondamente la sensibilità umana e religiosa, diverse persone hanno sollecitato alla Chiesa diocesana una parola d’orientamento generale”, continua la nota. L’auspicio, nell’ottica pastorale propria della Chiesa, è che “la decisione assunta dall’Amministrazione comunale di Loano non concorra in concreto, sul piano locale, a offuscare il valore del primato dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio e destinato alla Vita Eterna, già oscurato su piani sociali e normativi più generali: ne avrebbe danno l’umana convivenza, in genere dei meno fortunati”.