“La vita non è tutta qui, noi siamo ciò che desideriamo”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della messa dell’Epifania, presieduta nella basilica di San Pietro, è partito dai magi per svelarci il segreto della vita: “saper desiderare”. I magi, ha spiegato infatti Francesco, “avevano ottimi alibi per non partire”: “Erano sapienti e astrologi, avevano fama e ricchezza. Raggiunta una tale sicurezza culturale, sociale ed economica, potevano accomodarsi su ciò che sapevano e su ciò che avevano, starsene tranquilli. Invece, si lasciano inquietare da una domanda e da un segno: ‘Dov’è colui che è nato? Abbiamo visto spuntare la sua stella…’”. “Il loro cuore non si lascia intorpidire nella tana dell’apatia, ma è assetato di luce; non si trascina stanco nella pigrizia, ma è acceso dalla nostalgia di nuovi orizzonti”, ha commentato il Papa: “I loro occhi non sono rivolti alla terra, ma sono finestre aperte sul cielo. Come ha affermato Benedetto XVI, erano ‘uomini dal cuore inquieto. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale. Erano ricercatori di Dio”. Una “sana inquietudine”, quella dei magi, che nasce proprio dal desiderio: “Ecco il loro segreto interiore: saper desiderare”. “Desiderare significa tenere vivo il fuoco che arde dentro di noi e ci spinge a cercare oltre l’immediato, oltre il visibile”, ha osservato Francesco: “È accogliere la vita come un mistero che ci supera, come una fessura sempre aperta che invita a guardare oltre, perché la vita non è tutta qui, è anche altrove. È come una tela bianca che ha bisogno di ricevere colore”. “Proprio un grande pittore, Van Gogh, scriveva che il bisogno di Dio lo spingeva a uscire di notte per dipingere le stelle”, la citazione del Papa: “Sì, perché Dio ci ha fatti così: impastati di desiderio; orientati, come i magi, verso le stelle. Possiamo dire senza esagerare che noi siamo ciò che desideriamo. Perché sono i desideri ad allargare il nostro sguardo e a spingere la vita oltre: oltre le barriere dell’abitudine, oltre una vita appiattita sul consumo, oltre una fede ripetitiva e stanca, oltre la paura di metterci in gioco, di impegnarci per gli altri e per il bene”. “La nostra vita è una ginnastica del desiderio”, la citazione di Sant’Agostino: “il viaggio della vita e il cammino della fede hanno bisogno di desiderio, di slancio interiore. Ne abbiamo bisogno come Chiesa”.