“Siamo contentissimi di questa presa di posizione di Papa Francesco, fortissima e molto bella, sull’adozione. Ora speriamo che questo appello venga recepito dalle istituzioni e dalle organizzazioni internazionali come l’Unicef, in modo che rediga un report sullo stato di abbandono dei bambini ospiti negli orfanotrofi. Oggi, infatti, non sappiamo quanti sono i bambini abbandonati nel mondo e questo è uno scandalo”. Marco Griffini, presidente dell’Associazione Amici dei bambini (Aibi), commenta al Sir le parole di Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi, dedicata a “San Giuseppe, il padre putativo di Gesù”, durante la quale ha parlato di adozione. “C’è bisogno di una svolta culturale – prosegue Griffini -, che si capisca che l’adozione internazionale è un sistema di protezione dell’infanzia, l’adozione non è fatta per gli adulti, ma per i bambini. Ogni settimana riceviamo dai Paesi di origine di tanti bambini abbandonati liste di migliaia di loro che vengono dichiarati adottabili quando ormai è troppo tardi, hanno 14 o 15 anni, eppure sono entrati in istituto a uno o due anni. Ci sono anche Paesi che hanno chiuso le adozioni internazionali, come la Romania, la Polonia, il Kenya, l’Etiopia, anche questo è scandaloso. Allora, speriamo che questo appello davvero venga recepito anche dagli Stati dei Paesi di accoglienza, come l’Italia, in modo che metta a disposizione le proprie risorse, attraverso la cooperazione, per aiutare questi Stati di origine, specialmente quelli africani, a creare operatori, istituzioni, Tribunali per i minorenni. Il Papa ha parlato della necessità di semplificare l’iter adottivo. Questo significa anche aiutare i Paesi che non hanno gli strumenti idonei per dichiarare gli stati di abbandono e liberare questi bambini dagli orfanotrofi ed essere dichiarati adottabili”.
Anche in Paesi occidentali l’appello a una semplificazione dell’iter adottivo è importante: “In Italia – spiega il presidente dell’Aibi – l’iter è impegnativo per quanto riguarda l’adozione internazionale perché c’è ancora il passaggio al Tribunale per i minorenni, che è stato abolito in altri Stati europei. Questo è un indice della cultura della nostra Italia che non vede l’accompagnamento della coppia, ma la selezione. È necessaria, quindi, una rivoluzione culturale che faccia capire che l’adozione è fatta, ripeto, soprattutto per i bambini. Le coppie in Italia sono soggette a questi iter burocratici lunghissimi. Da noi, ma anche nel resto del mondo, nessuno aiuta una coppia che vuole adottare. Si creano un sacco di ostacoli burocratici, per redigere un dossier ci vogliono centinaia di pagine di relazioni, di certificazioni. È una cosa impossibile! L’adozione è ancora concepita come un affare della coppia e non del bambino, ma il bambino abbandonato è responsabilità di tutti noi, di tutta la società. Allora, se una coppia si appresta ad accogliere un bambino abbandonato deve essere aiutata. Il fatto che una coppia debba pagare ancora 20mila/30mila euro per adottare un bambino è scandaloso!”. Griffini conclude: “Con il Papa, ricordiamo che l’adozione è una scelta d’amore, non l’ultima spiaggia dopo la disperazione. Scelgo di adottare un bambino abbandonato perché voglio compiere l’atto di giustizia più grande che un uomo e una donna possono fare nella propria vita”.