Appuntamento di inizio anno al Museo diocesano di Padova, oggi pomeriggio, alle ore 17, in sala Barbarigo con la conferenza di Antonio Lovato, dal titolo “Musica da vedere: gli angeli con strumenti del Battistero di Padova”.
L’incontro, organizzato dal Museo diocesano insieme all’associazione Bibbia Aperta, intende favorire la conoscenza e la percezione del mondo sonoro che ha coinvolto Padova durante la straordinaria stagione dell’Ars Nova musicale del Trecento, attraverso lo spettacolo organologico allestito da Giusto de’ Menabuoi dentro il Paradiso nella cupola del Battistero, a conclusione delle scene dal Vecchio e dal Nuovo Testamento distribuite fra il tamburo e le pareti dell’edificio (1375-1378), affreschi riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Il senso e la funzione che la musica esprimeva per gli uomini del Medioevo sono qui resi immediatamente visibili e quasi percepibili dalla serie ininterrotta e compatta di angeli musicanti che fanno corona a Maria “Mater Dei” e al Cristo “Pantocrator” benedicente. Una lunga teoria di strumenti a fiato, a corda e a percussione dà conto delle variegate funzioni che venivano assegnate alla musica: tromba dritta, cialamella, cornamusa, flauto doppio, flauto con tamburo (pipe and tabor), organi portativi (ben quattro!), arpa, salterio a pizzico (canone), arpa-salterio, limbuta, citara, liuto (piccolo, medio, grande), citola (mandora), ribeca, viella, ghironda, tamburo a clessidra, tamburello con sonagli, nacaires (naqquara). Oltre i possibili significati allegorici e teologici insiti nella rappresentazione della storia della salvezza affrescata nel battistero, l’eccezionale ensemble di strumenti che ne ritma lo svolgimento è anche un’attestazione molto evidente dell’esatta dimensione riconosciuta all’arte del fare musica nel Trecento padovano: una musica universalis, capace di accompagnare e, nello stesso tempo, di elevare oltre i limiti del contingente il vissuto quotidiano, in tutte le sue espressioni.
Ad accompagnare alla scoperta di questo universo musicale trecentesco sarà Antonio Lovato, profondo conoscitore di questa materia, è autore di numerosi contributi scientifici in riviste e miscellanee, di edizioni critiche, cataloghi e studi monografici sulla musica medievale e rinascimentale, sull’arte organaria e organistica, sul canto fratto e sulle polifonie semplici, con particolare riguardo all’area veneta.