Da gennaio 2022 la casa editrice è identificabile con un nuovo logotipo. Le Edizioni Terra Santa, marchio editoriale della Fondazione Terra Santa, sono presenti nelle librerie italiane dal 2007, raccogliendo l’eredità e la storia della Franciscan Printing Press di Gerusalemme, la casa editrice della Custodia di Terra Santa fondata nel 1847. Nel contesto del mercato editoriale attuale e alla luce delle nuove collane presenti con sempre maggior successo nelle librerie sia laiche che religiose, la casa editrice ha ritenuto esser giunto il momento per un rinnovamento del marchio e per un ripensamento della strategia comunicativa.
“Due lettere maiuscole entro un cerchio (in alcuni punti tratteggiato, ad indicare la volontà di aprirsi e di confrontarsi con il mondo). Due lettere (TS, Terra Santa) che raccontano in sintesi l’identità della casa editrice. Un logo chiaro, riconoscibile, che vuole offrire uno sguardo più aperto senza snaturare la missione storica di casa editrice della Custodia di Terra Santa”, spiega una nota.
Il logo di Terra Santa Edizioni, in sintesi TS Edizioni, “nasce nel contesto di un complessivo re-branding che riguarderà anche il sito internet della casa editrice. Dal primo gennaio, accanto al dominio edizioniterrasanta.it, è attivo il dominio tsedizioni.it. Lo studio grafico per la realizzazione del nuovo logotipo è stato realizzato dalla Kibo Graphic Design di Torino, un’azienda attiva da anni nel settore della grafica pubblicitaria ed editoriale”. Nell’ultimo quinquennio la casa editrice ha saputo diversificare la propria offerta editoriale, affiancando alle collane di spiritualità, saggistica religiosa e alle guide di pellegrinaggio, anche volumi sulle questioni dell’attualità, collane di viaggio e per l’infanzia. “L’idea è di offrire a un pubblico, il più vasto possibile, strumenti di riflessione e di approfondimento sulla realtà che ci circonda, a partire dai grandi temi della fede, del dialogo e dell’incontro tra le culture. Temi capaci in sostanza di offrirci strumenti per vivere il presente e pensare il futuro”, conclude la nota.