“Gesù non è nel passato, è un eterno presente e la sua parola può cambiare la vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia del pontificale del 1° gennaio, celebrato in cattedrale, nella solennità di Maria Madre di Dio e 55ª Giornata mondiale della pace.
Il presule ha messo in guardia dalla “tentazione, per molti, anche tra gli operatori pastorali, di provare ad essere convincenti riducendo l’annuncio evangelico a un appello etico alla solidarietà e all’impegno sociale”. “Ma un cristianesimo senza Cristo – ha ribadito l’arcivescovo – è la decadenza dell’esperienza di fede”. Ciò vale anche per il cammino di ricerca della pace, che lo stesso Papa Francesco definisce “insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”: “Per lui – ha commentato mons. Tisi richiamando il Messaggio del Papa per il 1° gennaio – è chiaro che la partita della pace vede protagonisti Dio e l’uomo insieme, non una sfida affidata solamente al nostro impegno generoso”. Il presule ha osservato: “La fatica nel vedere affermarsi la pace, il tasso di conflittualità e violenza che continua a segnare le storie degli uomini denuncia in modo evidente che il mancato raccordo con il Dio della vita non permette alla pace di consolidarsi”. “La location dell’incarnazione – una mangiatoia – libera il cuore da una falsa idea dell’onnipotenza di Dio. Dio si fa cibo, si fa pane, non chiede pane all’uomo”, ha argomentato mons. Tisi. Nel Bambino di Betlemme “abbiamo il link con l’eternità” e “quando la nostra umanità fa spazio a questa eternità – ha concluso l’arcivescovo – fiorisce la gioia, il futuro è libero dalla paura, rinasce la pace”.