“Il perdurare della pandemia rende sempre più oscuro il futuro della vita, personale e sociale, e induce a disorientamento, sfiducia, perfino angoscia. L’amore di Dio, che si manifesta nell’incarnazione del Figlio suo, deve indurci a superare questo smarrimento e a ritrovare le ragioni di un impegno solidale, in cui esercitare responsabilità gli uni verso gli altri, attenzione nel prendersi cura gli uni degli altri, preoccupazione verso le situazioni più fragili e marginali”. Lo ha detto il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia celebrata il 1° gennaio, solennità di Maria SS.ma Madre di Dio.
Ricordando il messaggio di Papa Francesco per la 55ª Giornata mondiale della pace, dedicato al “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”, il porporato ha evidenziato come nel testo del Pontefice ci siano “alcune concretizzazioni sull’impatto della pandemia nell’accrescere la precarietà nel mondo del lavoro, sul fenomeno del lavoro nero che coinvolge in particolare i migranti, su come il lavoro umano è posto in crisi dal progresso tecnologico, sui problemi relativi alle condizioni lavorative, su come connettere libertà d’impresa e responsabilità sociale”. “Sono scenari – ha affermato il card. Betori – che hanno per noi volti conosciuti, in particolare quello della ex-Gkn, di cui seguiamo con attenzione e fiduciosa speranza i passi che sta avviando con la nuova identità aziendale con il nome di Qf, ma anche quello dello stabilimento di Marradi dell’Ortofrutticola del Mugello, l’annuncio della cui chiusura ha gettato sconforto sul nostro Natale. Due storie dietro le quali si profila l’ombra dell’alta finanza, attenta al profitto e per nulla al lavoro e ai lavoratori”. L’arcivescovo di Firenze ha concluso: “Con il Papa, dobbiamo richiamare che qui è in gioco un valore supremo, quello della dignità umana. Anche di questa umanità occorre custodire e meditare il mistero, come riflesso dell’umanità assunta dal Figlio di Dio”.