Il 2021 è un anno “non da dimenticare, bensì da ricordare. Perché ci ha offerto un insegnamento di vita, perché è entrato nella nostra carne e ci ha costretto a guardare ciò che non avremmo voluto vedere, ricordandoci anzitutto che niente è scontato, e men che meno dovuto. Nemmeno il respirare, il darsi la mano o l’abbracciarsi quando ci si incontra; nemmeno il condividere la tavola con gli amici, nemmeno la gestione elementare dei ritmi quotidiani”. Lo ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, nel Te Deum. “Il Covid-19 ci ha obbligato a porci nuovamente di fronte all’orizzonte della nostra fine naturale per recuperare quella sapienza che da sempre nasce dal pensare la vita tenendo presente la morte – ha osservato il presule -. Stiamo imparando infine che abbiamo bisogno gli uni degli altri: è un insegnamento tanto semplice ed elementare quanto spesso disatteso e ignorato nel vivere quotidiano. Proprio mentre ci chiede di osservare il distanziamento e di indossare la mascherina, la pandemia ci sprona ad assumere la responsabilità verso gli altri, anche attraverso l’accesso convinto alla vaccinazione anti-virus: la vita mia e degli altri, soprattutto dei più fragili, dipende anche dal mio modo di agire”.
Il grazie di mons. Boccardo al personale dell’Ospedale di Spoleto e a quanti si impegnano per la ricostruzione post sismica: “Desidero esprimere ai medici e agli operatori sanitari del nostro Ospedale l’apprezzamento e la gratitudine per la competenza e dedizione con le quali hanno assistito i malati di Covid in tutti questi mesi. Senza dimenticare che, grazie alla sapienza e determinazione di chi ne è preposto, la ricostruzione post-sismica si sta finalmente consolidando e comincia a produrre buoni frutti”.