“Se potessero decidere le politiche familiari nel nostro Paese, tutte le associazioni familiari sceglierebbero il quoziente familiare alla francese. L’Italia, però, è un Paese molto ideologico, dove il quoziente familiare viene visto come una misura che, in un certo modo, disincentiva il lavoro femminile. I sindacati, a loro volta, lo percepiscono come una misura che premia i redditi del ceto medio. Dunque, l’assegno è la soluzione percorribile in questa fase storica del nostro Paese, anche alla luce della situazione ideologica in cui viviamo”. Lo dice Gigi De Palo, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, in un’intervista al Sir in cui si analizzano l’assegno unico, la manovra e la nuova Irpef. “Non è che noi abbiamo proposto l’assegno unico – precisa De Palo -, ma era importante iniziare con qualcosa: l’assegno unico è finalmente il primo passo per dotare l’Italia di politiche familiari. Era necessario partire, l’assegno è una novità assoluta, porterà con sé grandi cambiamenti. Il primo anno non sarà facilissimo per tutti, sarà necessario un rodaggio. Quindi, nel primo anno ci saranno da calibrare alcuni aspetti. Ci saranno magari famiglie che perderanno qualcosina, ma nel lungo periodo nessuno ci andrà a perdere. Soprattutto, finalmente abbiamo le fondamenta su cui costruire la casa, prima non c’erano e per le politiche familiari si andava avanti a colpi di bonus, così quando cambiavano i governi cambiava tutto”. Invece, evidenzia il presidente del Forum, “ora l’assegno dà una struttura alle politiche familiari del nostro Paese. La cosa positivissima dell’assegno unico è che andrà a dare una risposta alle famiglie soprattutto giovani, più di due milioni di famiglie che finalmente avranno un assegno dedicato a loro per ogni figlio che avranno. Insomma, l’assegno unico andrà a migliorare la vita delle famiglie”.