“L’Europa, un tempo patria di una meravigliosa civiltà, è ora chiamata a riscoprire la propria bellezza. Ora gli occhi degli europei sono puntati su Kaunas. Abbiamo tutti qualcosa da imparare gli uni dagli altri”. Così il vescovo di Kaunas Kęstutis Kėvalas ha concluso la sua omelia in occasione dell’apertura dell’anno che vede la città lituana al centro dell’attenzione in questo 2022 come una delle tre capitali europee della cultura, insieme a Esch, in Lussemburgo e Novy Sad in Bosnia. Quest’anno “è importante per noi, per godere dei nostri poteri creativi, realizzare la nostra unicità in Europa e la comunanza con essa” ha detto ancora l’arcivescovo, invitando tutti ad “alzarsi dai divani, dalla vita ordinaria e comoda, e andare a creare”. Nel sermone mons. Kėvalas aveva detto di essere “molto felice nel vedere la mia città natale piena di energia creativa; sono lieto che vogliamo e abbiamo qualcosa da condividere con l’Europa e il mondo” aveva esordito, pregando: “Insegnaci, Signore, a valorizzare e coltivare adeguatamente i suoi tesori culturali, le sue radici cristiane”. Tra le bellezze della città, ha ricordato la Basilica della Resurrezione di Gesù Cristo, testimonianza anche della “modernità di Kaunas”, “simbolo della rinascita spirituale e della riconquistata libertà della nostra nazione”, ma anche “simbolo del coraggio, del vigore e della capacità della nostra nazione di conciliare tradizione e modernità”. Lì si sono fermati Giovanni Paolo II e Francesco nei loro viaggi al nord Europa. L’anno culturale di Kaunas è stato diviso in tre periodi: “la confusione”, “la confluenza” e “il contratto”, momento conclusivo per rinnovare l’impegno di tutti gli abitanti (e gli ospiti) di Kaunas a vivere in pace nel futuro.